Dal black metal visionario degli Emperor a un estremismo sonico che riesce a decostruire il concetto stesso di musica pesante. Questo il percorso solista di Ihsahn, che con il secondo disco “angL” realizza il suo primo capolavoro. Le fonti d’ispirazione sono sempre le stesse: gli ultimi Arcturus con le loro suggestioni barocche e progressive, certo gothic proveniente direttamente dai Peccatum (il gruppo che Ihsahn ha creato insieme a sua moglie Ihriel), oltre naturalmente al sinfonismo estremo dell’Imperatore, quello di “Prometheus” in particolare. Ma ciò che riesce ad elevare “angL” al di sopra del suo predecessore è la capacità di Ihsahn di assimilare e far proprie influenze tanto eterogenee, organizzando un trait d’union tra i nove pezzi che compongono l’album. Così, sin dall’opener “Misanthrope”, la perfetta fusione tra l’aggressività dei riff di chitarra, le aperture tastieristiche e lo scream di Ihsahn rappresenta il tratto distintivo dell’intera opera, resa ancor più memorabile dal tandem ritmico formato da Asgeir Mickelson (batteria) e Lars K. Norberg (basso) degli Spiral Architect.
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