Con il quarto album i Japan di David Sylvian raggiungono la loro dimensione ideale e sviluppano un suono che sarà fondamentale nell’economia della pop music degli Ottanta. L’influenza dei Roxy Music continua a percepirsi nelle scelte timbriche (uso di oboe, sassofono e flauto), ma l’estetica glam del decennio appena concluso è ormai del tutto superata, sostituita da un altro tipo di decadentismo, pienamente new wave e dominato da un raffinatissimo gioco di richiami fra synth – pop, post – punk, sonnolenze new romantic e richiami alla cultura orientale (fondamentale per quest’ultimo aspetto la collaborazione con il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto). Le otto tracce di “Gentlemen Take Polaroids” avanzano sinuose, segnate dal tocco di sintetizzatori mai soverchianti e arricchite dalle linee arcuate del basso fretless di Mick Karn; nella quasi ambient “Burning Bridges” si cita il Bowie di “Low” ed “Heroes”, mentre la title – track, “Swing” e “Methods Of Dance” forniranno più di uno spunto ai Duran Duran. Un’opera irrinunciabile per capire la musica della decade appena iniziata, con la foto di copertina divenuta manifesto del nuovo dandismo post romantico.
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