I Jesus Lizard sono stati uno dei migliori gruppi noise rock degli anni Novanta. Non provenivano, però, da New York: senza dilungarsi troppo in alberi genealogici e intrecci di line – up, erano frutto dello scioglimento di Scratch Acid e Rapeman, formazione quest’ultima messa in piedi da Steve Albini dopo la conclusione dell’avventura con i Big Black. E lo sferragliare di basso, chitarra e batteria che introduce “One Evening”, prima traccia di “Head”, è chiaramente di scuola Big Black. Ma i Nostri sono ben lontani dall’essere sterili imitatori, tanto che i restanti nove brani di questo debut album hanno il grande pregio di risultare eclettici e personali allo stesso tempo. Paragonata a quella della scuola noise newyorkese, la musica del quartetto di stanza a Chicago è meno violenta e feroce, ma ancor più psicotica e contorta: merito del cantante David Yow, la cui voce riesce a toccare vari gradi di agitazione psico-sessuale tramite urla, lamenti, gorgoglii, singulti, colpi di tosse e deformazioni assortite (cfr. “If You Had Lips”); di David Wm. Sims, bassista in grado di mediare perfettamente fra funk e hard rock; dei riff dissonanti e acidi della chitarra di Duane Denison; della batteria di Mac McNeilly, incredibile incrocio fra efferatezza post – punk e tocco jazz/fusion. Prodotto da Albini, “Head” è già un capolavoro, potendo contare sulla truce sarabanda alla Birthday Party di “7 Vs. 8” e sul quasi post rock della solenne “Pastoral”, ma i Jesus Lizard non si fermeranno qui.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)