D’accordo, il brano trainante di questo esordio, “Are You Gonna Be My Girl”, è fin troppo simile a “Lust For Life” di Iggy Pop, specie nella progressione iniziale. Mentre il resto del disco ricicla con assoluta spudoratezza garage rock anni Sessanta e hard rock anni Settanta. Non fosse per la produzione, “Get Born” si direbbe un vinile del 1973, non un cd del 2003. Ma proprio perché siamo a inizio Duemila i fratelli Cester (Nic cantante e chitarrista, Chris batterista) non possono essere biasimati: c’è chi recupera il post punk, chi il synth pop, chi il southern…loro, come altri, vanno un po’ più indietro nella storia del rock e allestiscono un album dichiaratamente derivativo e fiero di esserlo. Certo, rispetto ad altri eroi garage di quei giorni, Black Keys e White Stripes su tutti, lo spessore delle composizioni del quartetto australiano è inferiore. Quelli contenuti nell’ellepì sono brani orecchiabili e spensierati, nonostante le chitarre distorte e il piglio esagitato. Però funzionano benissimo e fruttano milioni di copie vendute. Piaccia oppure no, “Get Born” rimane un episodio chiave per la popular music del 2003.
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