Klaus Schulze – Irrlicht

Dopo aver abbandonato i Tangerine Dream successivamente all’uscita del loro primo album, “Electronic Meditation” (1970), ed aver partecipato all’omonimo debutto degli Ash Ra Tempel (1971), Klaus Schulze, con tutta probabilità il più grande compositore della ‘musica cosmica’ tedesca, decide di perseguire la carriera solista e dà alle stampe “Irrlicht“, fra i massimi capolavori del krautrock e opera imprescindibile dell’avanguardia ‘pop’ degli anni Settanta. Sottotitolata “Sinfonia quadrifonica per orchestra e macchine elettroniche”, si articola in tre movimenti (nell’edizione originale in vinile i primi due sono accorpati): “Ebene” riverbera vibrazioni astrali nel silenzio, poi si apre alla melodia di lontani violini spettrali e infine cresce di volume e intensità con l’arrivo dell’organo suonato da Schulze, i cui accordi accumulano tensione su tensione, energia su energia, giungendo all’apoteosi della frenesia poco prima del secondo movimento, “Gewitter”, ossia gli ultimi momenti di vita di un quasar di proporzioni immani che ormai è imploso su se stesso, e che nell’ultima parte della sinfonia, “Exil Sils Maria”, si dissolve gelidamente in migliaia di galassie. Con “Irrlicht” il musicista è stato in grado di mediare fra la sperimentazione elettronica di Stockhausen (il suono dell’orchestra, infatti, è stato filtrato tramite nastri magnetici che nell’ultimo movimento vengono suonati al contrario), la micropolifonia per fasce sonore lentamente cangianti di Ligeti, il minimalismo della scuola americana di Riley e Glass e la grandiosità di un Wagner intento a scrivere una colonna sonora per un film di fantascienza. Tutto questo senza perdere di vista la fruibilità pop. L’ambient e il drone devono moltissimo a questo LP. Magistrale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *