Kylesa – Ultraviolet

Gli statunitensi Kylesa si fanno subito notare all’interno del metal di nicchia all’alba del Duemila, fondendo stoner, sludge e psichedelia per mezzo di un sound potentemente ritmico, logica conseguenza di una line – up comprendente due batterie. Dopo tre album tutti in crescendo, con “Static Tensions” (2009) la band sforna il suo capolavoro, originalissima mistura di Baroness, Mastodon, Om e Neurosis; successivamente, replica la formula con il quasi altrettanto bello “Spiral Shadow” (2010). “Ultraviolet” non è piaciuto a molti fan del quintetto, probabilmente per la maggior secchezza del suono (l’intro di “Long Gone” ha un retrogusto hardcore, giusto per fare un esempio) e la ricerca di soluzioni maggiormente ancorate alla forma – canzone. Proprio per questo è importante. Il tentativo, peraltro riuscito, è chiaro: ampliare la propria fan base attraverso riff e ritmiche più assimilabili, senza però rinunciare alla consueta dose d’irruenza acida. Al contrario di quel che può apparire ad un primo ascolto, l’impresa non è affatto facile, e bisognerà aspettare ancora un po’ per capire se darà i frutti sperati. Tuttavia, eccezion fatta per un paio di filler, l’album rimane fra i più interessanti usciti dal calderone “Post qualcosa metal” nel 2013.

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