E’ un sottilissimo gioco di rifrazioni soniche, quello che i Laika organizzano in quest’esordio di incendiaria creatività. Margaret Fiedler e John Frenett si son già fatti le ossa nei Moonshake: lasciato questo progetto, si uniscono al polistrumentista Guy Fixsen ( nel disco suona un po’ di tutto, dalla chitarra al vibrafono) e pervengono al capolavoro. La loro idea è chiara: riattualizzare certe atmosfere dello space rock e del krautrock sfruttando i nuovi ritrovati digitali. Ecco quindi sfilare techno e drum & bass, jungle e house, deformate però da estro psichedelico e da sfumature jazzy: in “Sugar Daddy” la ritmica ha un tocco quasi swing, mentre in “Coming Down Glass” il suono di un flauto rubato alla fusion viene immerso in un panorama spaziale costituito da breakbeat sottovuoto e vibrazioni satellitari. Fondamentale, per la riuscita del tutto, anche l’apporto della voce insinuante e maliziosa della Fiedler.
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