Il lavoro più ambizioso de Le Orme è anche il loro apice artistico, nonché uno dei migliori dischi di progressive pop italiano. Non otterrà il successo del precedente “Uomo di pezza” (1972), anche se a fine anno sarà comunque il 18esimo album più venduto in Italia. Quel che conta, però, e che con questo concept ‘cosmologico’ il trio veneto riacquista spessore strumentale e può di nuovo confrontarsi con i grandi nomi del prog inglese; “Felona e Sorona“, infatti, verrà pubblicato anche all’estero con i testi inglesi curati nientemeno che da Peter Hammill dei Van Der Graaf Generator. La musica si riallaccia a quella di “Collage” (1971) e ne sviluppa gli intrecci fra tastiere, basso, chitarra e batteria, con gli oltre otto minuti di “Sospesi nell’incredibile” e le fughe di “L’Equilibrio” a rubare la scena. Le Orme, nonostante una gloriosa carriera che prosegue ancora oggi, non si ripeteranno più a tali livelli.
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