A cavallo fra Ottanta e Novanta non c’erano solo i Mano Negra ad allietare le notti di patchanka francesi. Les Negresses Vertes condividevano con Manu Chao e compagni lo stesso milieu culturale (la Parigi multietnica), simili radici musicali (il punk) e il medesimo impasto di rock, chanson, ska, ritmi latini, melodie arabe e varie espressioni di folk music. “Famille Nombreuse” è il secondo album della formazione guidata dall’istrionico Helno (al secolo Noël Rota); rispetto al predecessore “Mlah” (1989) manca forse di un singolo scintillante come “Zobi la mouche”, ma è più equilibrato e completo in tutte le sue parti. Si passa dal ritmo vivace di “Infidele cervelle”, scoppiettante nella sezione fiati, agli intarsi algerino/gitani di “Sous le soleil de Bodega” per arrivare alla solenne atmosfera da Mille e Una Notte – trasportata però in Sudamerica – della malinconica “Face à la mer”, apice assoluto del disco. Les Negresses Vertes avrebbero potuto raccogliere di più, se un’overdose di eroina non avesse messo fine alla vita di Helno a inizio 1993. La band ha poi proseguito senza di lui, ma senza molta fortuna.
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