Liars – Sisterworld

Sisterworld” rappresenta un’ulteriore sfida che i Liars propongono ai loro ascoltatori, oltre che a se stessi. E, tornati da Berlino e trasferitisi a Los Angeles, allestiscono il loro album ‘noir’. Le affinità con le atmosfere dei Mr. Bungle di “California”, ma in generale con molta della produzione di Mike Patton, solistica e non, sono palesi. La prospettiva, però, è molto diversa. Il mondo del crimine illustrato da Angus Aaron e Julian è orfano dell’ironia pattoniana, e i personaggi che in esso s’incontrano sono privi di qualsiasi tratto ‘aristocratico’ e raffinato. I Liars non sono mai stati così pessimisti, e con “Sisterworld” toccano l’apice del loro scoramento esistenziale. Nonostante questo, la musica della band non è mai stata così ricca e articolata. Anzi, quello che impressiona maggiormente è proprio la disinvoltura con la quale, immersi in un panorama spettrale, detriti di noise, post–punk, no wave e sperimentazioni assortite si combinino perfettamente in un’architettura sonora di più ampio respiro.

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