Uno dei maggiori capolavori degli anni Sessanta composto da uno dei gruppi più sottovalutati di sempre. I Love, guidati dall’incredibile cantante e chitarrista nero Arthur Lee, hanno alle spalle già due ottimi dischi, l’omonimo e “Da Capo”, in cui il folk rock e la psichedelia si fondono in un morbido abbraccio rotto qua e là da magistrali incursioni nel garage rock (“7 And 7 Is” su “Da Capo”). Ma con “Forever Changes” vanno oltre: le orchestrazioni sinfoniche, con tanto di archi e fiati, sono degne dei Beatles e donano un alone sottilmente inquietante alle undici composizioni, mentre gli assoli di Lee si avvicinano a quelli di Jimi Hendrix in quanto a inventiva e colore. Un monumento alla creatività più visionaria, disgraziatamente snobbato da quasi tutti per la sua grande carica innovativa che ha posto i Love al di fuori di qualsiasi moda.
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