Luciano Ligabue e i Clan Destino irrompono sulla scena italiana con un album, intitolato “Ligabue”, che presenta un rock abbastanza lineare con venature southern e country, e che ha nell’interpretazione sanguigna e verace da parte del cantante e cantautore reggiano il trademark distintivo. Tra brani più aggressivi come “Balliamo Sul Mondo”, “Marlon Brando è Sempre Lui”, “Radio Radianti” e “Figlio D’un Cane”, si inizia già a percepire la facilità compositiva di ballad elementari ma graffianti come “Piccola Stella Senza Cielo” e “Non è Tempo per Noi”. In questo disco è inclusa “Bar Mario”, uno dei pezzi più simbolici dell’arte del Liga. Un esordio che fece abbastanza rumore, anche grazie al Festivalbar che premiò Ligabue quale migliore cantante emergente della manifestazione. Sono ancora lontanissime le luci della ribalta globali che Luciano conquisterà in seguito, ma l’urgenza e la semplicità comunicativa che l’autore esprime nei suoi primi interessantissimi tre lavori, rimarranno ineguagliate nelle release più famose e celebrate della seconda metà degli anni Novanta.
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