Più che negli Screaming Trees, il genio di Mark Lanegan ha potuto esprimersi interamente nei dischi solisti, lontano da qualsiasi attesa fan-atica e libero di perlustrare le derivazioni stilistiche che più erano in grado di accenderne la creatività. Sono nati così molti capolavori, e fra questi il più significativo è probabilmente “Whiskey For The Holy Ghost“, secondo lavoro di Lanegan, uscito quando la band madre era ancora attiva, tanto che da qui a due anni avrebbe pubblicato “Dust“, l’album di commiato. Tornando a “Whiskey…”, è impossibile non definire capolavoro un LP che inizia con l’aspro e intensissimo folk rock di “The River Rise”, prosegue con le impennate hard di “Borracho” e un attimo dopo plana sulla ballad d’antologia “House a Home”; e il trittico di presentazione non è altro che un assaggio delle atmosfere lancinanti che sanno offrire 13 brani intrisi di tradizione blues e folk, resuscitata però alla contemporaneità dall’arte e dalla voce di Mark. Una prova suprema di quanto l’antico possa rispecchiarsi nel nuovo e viceversa. Per sconfiggere la finzione del tempo.
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