Una piccola perla, questo terzo album dei Marnero, agguerrita formazione bolognese che con “Il sopravvissuto” giunge al secondo capitolo della sua personalissima “Trilogia del fallimento“, iniziata nel 2010 con “Naufragio universale”. Suddiviso in quattro quadranti, l’album è una possente detonazione di hardcore vecchio stile, che però non si dimentica di esser stato pubblicato nel 2013 e contiene moltissimi riferimenti ai “nuovi suoni” cosiddetti post, siano essi rock o core. Al di là del contenuto musicale, a colpire è soprattutto l’intensità emotiva dei testi e il modo di frazionare l’ascolto attraverso stasi acustiche (non mancano neppure gli strumenti ad arco), ripartenze violentissime e momenti in cui le due componenti si compenetrano a vicenda. Per pubblicare “Il sopravvissuto” si son scomodate addirittura sette etichette indipendenti italiane, uno sforzo eccezionale per un disco decisamente fuori dall’ordinario. Di quelli per cui si nutre un affetto particolare: sai che non sfonderanno mai il muro della circolazione sotterranea, e neppure influiranno in maniera rilevante sulle sorti della musica pesante, ma fa semplicemente piacere sapere che continueranno a uscire e che potrai ascoltarli quante volte vorrai.
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