Con alle spalle un esordio solista misconosciuto (“Stoney & Meatloaf”, del 1971), un ruolo di vocalist nel secondo disco di Ted Nugent (“Free For All”, del 1976) e una lunga gavetta nel mondo dei musical (è fra gli interpreti di “Hair”), il texano Marvin Lee Aday, in arte Meat Loaf, centra un incredibile successo con “Bat Out Of Hell“, fra i dieci dischi più venduti nella storia (oggi le stime si aggirano sui 43 milioni di copie andate via come il pane). Il segreto di questo mostruoso exploit sta, oltre che nelle doti canore del Nostro, in un’alchimia irripetibile di diversi fattori: la sapienza compositiva del pianista Jim Steinman, che firma tutte le canzoni; un cast superlativo di musicisti, fra cui si segnalano Todd Rundgren alle chitarre, Roy Bittan al pianoforte e Max Weinberg alla batteria, questi ultimi due provenienti dalla E Street Band; e infine la musica, un riuscitissimo mix di hard rock, arie di musical, grandeur da rock opera ed epicità alla Springsteen (cfr. la title – track per quest’ultimo aspetto). Una magia che al buon “Polpettone di Carne” non riuscirà più, neppure nel secondo episodio della saga, “Bat Out Of Hell II: Back Into Hell”, pubblicato solo nel 1993.
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