“Destroy Erase Improve” (1995) sembrava un limite invalicabile per la band svedese, tanta era la violenza che i cinque riuscivano a far scaturire da intricatissime e spietate partiture post thrash metal dal sapore progressivo. Non era così. “Chaosphere” è un ulteriore passo verso una terribile e mostruosa dimensione di lucida follia, in cui l’umanità viene masticata e risputata a brandelli da gigantesche macchine aliene. E ormai totalmente alieno è anche il sound di queste otto tracce (impossibile definirle canzoni), un concentrato di clangori e dissonanze assortite che vengono organizzate tramite una logica interna tesa a provocare i più spaventosi cataclismi sonici. La ritmica ottundente e quasi industrial dei vari brani è implacabile nell’elencare riff sminuzzati e cervellotici al massimo grado: è questo probabilmente il disco più complesso dei Meshuggah. Persino le influenze fusion, che pure erano presenti nel precedente lavoro, vengono sfigurate in assoli totalmente schizoidi. Il quarto d’ora conclusivo di “Elastic” prima ti attorciglia i neuroni, poi te li frigge in un continuum di puro rumorismo e infine li deflagra con un’esplosione di assordante cacofonia. I Meshuggah sono l’act più interessante e sperimentale dell’extreme metal.
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