Il disco dello scandalo. Con “Load” i Metallica, reduci dal successo mostruoso del “Black Album” (1991) e divenuti ormai la più grande band heavy metal del pianeta (persino più degli Iron Maiden a livello di vendite e pubblico), decidono che del metallo pesante non san più che farsene. In realtà la virata non è così netta, e il quartetto non si è messo certo a suonare dance pop, eppure la svolta è comunque evidentissima. Accompagnato da un libretto che fa inorridire i metalhead più estremisti per il nuovo look mostrato dai Four Horsemen e per il cambio di logo, il cd fa piazza pulita non solo del tipico riffing thrash dei primi 4 album, ma cancella persino i riferimenti all’hard & heavy classico. Ora Hetfield, Ulrich, Hammett e Newsted preferiscono trastullarsi con un hard rock sì pesante, ma imbevuto di riferimenti al southern rock, al blues e ai lavori coevi dei Corrosion Of Conformity, non a caso il loro gruppo – spalla nel tour mondiale che seguirà la pubblicazione dell’opera. A posteriori e fatto sbollire il sangue, bisogna ammettere che “Load” è un’ottima collezione di hard rock song suonate con il piglio giusto e spesso ispirate. “The House Jack Built”, “Until It Sleeps”, “Hero Of The Day”, “Poor Twisted Me”, “Wasting My Hate”, “Ronnie” e “The Outlaw Torn” sono più che gradevoli ancora oggi, nonostante una certa prolissità di fondo che rappresenta il difetto principale dell’ellepì (oltre 78 minuti di musica, e gli oltre 8 di “Bleeding Me” sono decisamente troppi). In ogni caso, i veri problemi per i Metallica si presenteranno di lì a poco: con la raccolta di scarti “Reload” (1997) e, soprattutto, con il pasticciato “ritorno al thrash” di “St. Anger” (2003), a cui s’affiancherà l’affaire Napster a far da polemico corollario.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)