Il 1971 è un anno cruciale per la fusion. Escono gli album di debutto di Weather Report e Mahavishnu Orchestra, formazioni che faranno la storia di questo genere. È però ancora Miles a realizzare il miglior disco. Dopo aver fatto collidere free jazz, rock e avanguardia nello storico doppio LP “Bitches Brew” (1970), il trombettista torna in campo con due lunghe improvvisazioni, spiazzando tutti per l’ennesima volta. “Right Off”, in cui Davis realizza uno dei suoi assoli più rifulgenti di sempre, è il R&B spinto al limite della sua potenza, grazie ad una sezione ritmica che martella funky ad ogni nota, mentre la chitarra elettrica di John McLaughlin realizza accordi molto vicini al rock vero e proprio. “Yesternow”, sulla seconda facciata, lascia cadere il discorso in una vischiosa nebbia elettrostatica, prima del sussulto finale. “A Tribute To Jack Johnson” sarà anche l’ultimo capolavoro di Miles Davis, il quale realizzerà altri buoni dischi nel corso dei Settanta, privi però della genialità dei suoi momenti migliori.
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