Monster Magnet – Dopes To Infinity

Dopo i Kyuss, i Monster Magnet sono stati i più grandi divulgatori del verbo stoner rock. Rispetto ai primi, la band fondata e guidata da Dave Wyndorf è stata leggermente meno originale e poco attratta dai riff dei Black Sabbath, preferendo affondare le fauci bramose di acidi nel krautrock di Amon Duul II e Ash Ra Tempel, nella psichedelia di Jimi Hendrix e Grateful Dead, nello space rock degli Hawkwind e nell’hard rock di Grand Funk Railroad e Captain Beyond. Alzando il volume delle chitarre e appesantendo le distorsioni, Wyndorf e soci sono però riusciti a trarre meraviglie da tale polveroso immaginario, e “Dopes To Infinity” è l’esempio più eclatante di come formule così antiquate possano comunque risultare incredibilmente eccitanti, se maneggiate dai musicisti giusti. In questo album non manca nulla; c’è la sfrontatezza hard & heavy di “Negasonic Teenage Warhead”, gli orientalismi di “All Friends And Kingdom Come”, il delirio all’LSD di “Ego, The Living Planet”, le  scansioni pachidermiche di “Third Alternative” e persino una deliziosa ballad come “Dead Christmas”, che pare provenire da qualche oscuro gruppo di fine anni Sessanta sfuggito alle varie edizioni delle compilation “Nuggets”. Un tesoro da custodire gelosamente.

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