Da “Chromaparagon”, l’esordio discografico dei Moon Tooth risalente al 2016, era molto facile intuire quanto i Nostri avrebbero avuto ancora da dire con il passare del tempo. E infatti, eccoli tre anni dopo con “Crux”, un disco che oltre ad attestarsi sui livelli eccelsi dell’opera precedente, chiama in causa progressive metal, metalcore, fusion e infusioni blues, traducendo il tutto in energia pura, magicamente accessibile nella sua varietà e complessità, un flusso che non vede cedimenti per tutta la durata dell’album, in cui non appare neanche per sbaglio un riempitivo. “Crux” è l’esempio tangibile che spesso la tecnica non è solo un esercizio di stile fine a se stesso, ma lo strumento ideale per raggiungere un’intensità che non capita spesso di reperire là fuori, soprattutto quando si parla di band di certe sonorità. Che poi, parlare di uno specifico genere per i Moon Tooth non ha alcun senso.
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