Il precedente “Altar Of Madness” (1989) aveva già dato un grande contributo nel far emergere definitivamente la scena death metal floridiana, oltre a propagare il verbo persino nella remota Scandinavia. Tuttavia la matrice Slayer-iana del lavoro era sin troppo palese: ai Morbid Angel mancava un tocco d’originalità. Così, “Blessed Are The Sick” rappresenta un episodio cardine all’interno della saga della band di Tampa. Qui le primarie influenze thrash/death vengono fatte sprofondare in un sound ricco di rallentamenti e cadenze strascicate, vicine a certo sludge e in grado di disegnare un paesaggio da morboso girone infernale. Il growl ripugnante di David Vincent s’intona perfettamente al batterismo micidiale di Pete Sandoval e ai riff implacabili di Trey Azagthoth, chitarrista abilissimo nel passare da reiterazioni di accordi fangosi e putrescenti a improvvisi assoli taglienti come un’ascia. “Fall From Grace” è il manifesto di questo particolarissimo stile, ma la maggior parte dei pezzi si staglia come perfetto connubio fra furia belluina e lento decadere nella follia. Fondamentali anche i brevi intermezzi acustici, in cui le tastiere di Trey si fanno ora organo perversamente liturgico (“Doomsday Celebration”) ora pianoforte decadente/romantico (“In Remembrance”). “Blessed Are The Sick” è ascolto indispensabile per capire cos’è realmente il death metal.
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