Proprio quando il jazz sembrava aver perso del tutto la propria capacità di stupefazione, ecco arrivare questo gruppo guidato dal geniale sassofonista newyorkese John Zorn (il nome scelto dalla band è un omaggio verso la città tanto amata da costui), e di colpo la prospettiva cambia. Affiancato da Bill Frisell alla chitarra, Fred Frith al basso, Joe Baron alla batteria e Wayne Horvitz alle tastiere (tutti fior di musicisti), Zorn si fa aiutare in alcune tracce anche dalla voce indemoniata di Yamatsuka Eye. Già, perchè “Naked City” affianca temi be bop a sfuriate grindcore, scampoli di country che subito mutano in soluzioni chiaramente rock, free jazz e stacchi fusion, il tutto condito dall’inconfondibile ‘voce’ del sax contralto del bandleader. Senza dimenticare le incredibili riletture di celeberrimi temi cinematografici come “Il clan dei siciliani”, “Uno sparo nel buio” e soprattutto “James Bond”. La critica è affascinata e sconvolta, così come lo sono gli ascoltatori. Ma John saprà andar ben oltre…
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