I Naked City di John Zorn decidono di riunire tutte le loro schegge grindcore in un’unica pubblicazione, comprimendo 42 tracce in appena 20 minuti. “Torture Garden” (qui in una delle tante reissue uscite dal 1989 in poi) rimane a tutt’oggi uno dei dischi più spiazzanti di sempre, follia vertiginosa in cui la magistrale abilità dei musicisti frulla in modo parossistico hard rock, hardcore, metal, free jazz, swing, country, folk, blues e molto altro ancora. La frenesia è quella della vita nella Grande Mela (detta anche Città Nuda, appunto), le urla invasate che soverchiano le centrifughe strumentali sono fornite dal solito Yamatsuka Eye (Boredoms). Peculiare che uno dei più grandi album di grind sia stato realizzato da una band di colti jazzisti, eppure è la realtà dei fatti. Delle varie mannaie soniche qui presenti la più celebre è “Bonehead”, utilizzata nel film “Funny Games” di Michael Haneke: 51 secondi di barrito del sax di Zorn e ostinati furiosi di chitarra, basso e batteria conditi dagli isterismi vocali di Eye.
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