Sebbene non sia, probabilmente, il suo capolavoro (ma senza gli sciocchi arrangiamenti orchestrali propinati da Jack Nitzsche in “A Man Needs A Maid” e “There’s A World” sarebbe stato ancor più bello), “Harvest” è a tutt’oggi il più grande successo di Neil Young, 4 volte platino negli States, il disco che anche gli ascoltatori occasionali dell’artista canadese conoscono a menadito. A prescindere dai dati di vendita, è comunque una tappa importantissima nell’evoluzione del pensiero, musicale e lirico, di Young. Avvolte da un manto di soffice country – folk, le 10 canzoni dell’LP indagano la sofferenza individuale (“Out On The Weekend”, con una melodia d’armonica capace di lacerare l’anima e i versi “See the lonely boy, out on the weekend/Trying to make it pay./Can’t relate to joy, he tries to speak and/Can’t Begin To Say”) e quella universale (“Alabama”, nuovo atto d’accusa contro il razzismo del sud e, assieme a “Words (Between The Lines Of Age)”, unico brano in cui l’elettricità del rock si fa davvero sentire), delineando con più precisione la poetica dell’autore. Poi c’è il capolavoro assoluto, “Old Man“, in cui l’intreccio fra backing vocals (fornite da Linda Ronstadt e James Taylor), voce solista, slide guitar, banjo e piano raggiunge livelli sublimi, vicini alla perfezione, creando dei climax emotivi difficilmente replicabili. Fra gli altri episodi essenziali, da segnalare almeno la title – track, il folk blues sudista della sottovalutata “Are You Ready For The Country?”, la celeberrima ballad “Heart Of Gold” e l’amara riflessione sulla droga “The Needle And The Damage Done”, registrata live con il solo accompagnamento della chitarra. Partecipano ad “Harvest” anche gli amici David Crosby e Graham Nash.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)