Meno appariscente e abominevolmente distorto rispetto ai predecessori, “A Sun That Never Sets” mette in luce l’essenza più nascosta dei Neurosis. Il sole che non tramonta mai irradia torrido al di sopra di una terra desolata e riarsa, in cui il cammino dell’umanità è appena iniziato. La band stessa si premura di farci sapere quali sono i concetti che informano l’opera; “The blood that flows through me is not my own/The blood is from the past, not my own/The blood that leads my life is not my own/The blood is strength, I’m not alone“: dicono questo un paio di versi della title – track, alla ricerca di un passato immemoriale e dalla duplice valenza, da un lato ricolmo di incubi dall’altro riserva di forza a cui attingere per proseguire la traversata. Non mancano le detonazioni doom/sludge, ormai marchio di fabbrica del post metal dell’ensemble californiano: basta sentire la seconda parte di “The Tide” per accorgersene. Ma le oasi folk/ambient sono aumentate a dismisura, e sono proprio queste a definire la cifra stilistica del lavoro (cfr. “From The Hill”, nel cui mezzo pare levarsi il suono di un’orchestrina di derelitti). Ancora oggi non del tutto compreso, “A Sun That Never Sets” è in realtà uno dei capitoli più affascinanti e commoventi dei Neurosis.
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