Nick Drake – Pink Moon

Chi pensa che un disco per essere ‘disturbante’, ‘depressivo’, ‘estremo’ debba necessariamente avere chitarre ultra distorte, batteria a cannone, basso supersonico, oppure synth mesmerici e tonfi di presse, probabilmente non ha mai ascoltato “Pink Moon” di Nick Drake. Per il terzo ed ultimo disco (morirà, forse suicida, nel 1974), il cantautore – poeta del Warwickshire abbandona del tutto le influenze jazz e gli arrangiamenti orchestrali del precedente “Bryter Layter” (1970), e scrive 11 brani per sola voce e chitarra acustica (solo nella title – track appare un pianoforte). È un disco brevissimo, di appena 28 minuti e mezzo, in cui Drake sprofonda il suo lancinante romanticismo in una depressione senza ritorno, che scava implacabile nella mente lasciandola priva di speranze. Sono ritratti agghiaccianti e spettrali di un ragazzo di appena 24 anni solo ed isolato da ogni cosa circostante, che con pochi e scheletrici accordi mette in musica il suo mal di vivere tramite testi insostenibili, quali “Place To Be”, “Things Behind The Sun” e il terribile “Parasite”. Difficile, a fine ascolto, non farsi scappare qualche lacrima. Oltre a questo, “Pink Moon” ha insegnato a tutti i cantanti indie folk di oggi a scrivere canzoni.

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