Brutal/technical death metal con inserti di musiche mediorientali e testi basati sui miti e la religione dell’antico Egitto. Questa la formula, semplice ma eccentricamente geniale, con cui gli statunitensi Nile conquistano la nicchia del metal estremo. Dopo un paio di album in cui il sound è ancora memore di Cannibal Corpse e Suffocation, “In Their Darkened Shrines” li vede risplendere di luce propria; aumentano le parti sinfonico/arabeggianti, riff e assoli divengono più personali, la title – track è addirittura una suite quadripartita che chiude pomposamente il lavoro. I più estremisti del metallo tecnico e brutale non gradiscono del tutto, ma è innegabile il fascino e la qualità dell’LP, che in alcune atmosfere riesce veramente ad evocare antichi orrori creati all’ombra della Valle del Nilo (“Sarcophagus” e, su tutte, la monumentale “Unas Slayer Of The Gods”, capolavoro di orchestrazione). “In Their Darkened Shrines” farà spiccare il volo alla carriera del complesso, oggi uno dei nomi più celebri in ambito death metal.
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