Cobain non aveva mai cercato il successo. Con “In Utero” i Nirvana fanno capire al biz che non si piegheranno mai a logiche di mercato scontate e banali. Lo fanno puntando su una produzione sferragliante, cambi mutevoli d’umore interni al disco, accelerazioni, dissonanze e melodie irresistibili. Il lavoro venderà quattro milioni di copie e benché all’epoca venne considerato una sorta di flop rispetto al successo di “Nevermind”, col tempo si capì meglio per quale motivo Kurt e gli altri apprezzassero questo album molto più che l’illustre predecessore. Cobain dichiarò di essere certo che “In Utero” avrebbe venduto nemmeno la metà della metà rispetto al lavoro del ’91, disse inoltre che la band era pienamente soddisfatta di quanto pubblicato. E non aveva affatto torto: dalla durissima “Scentless Apprentice” alle orecchiabili “Heart-Shaped Box”e “Rape Me”, fino alla delirante “tourette’s”, passando per “Very Ape”, per la malata “Milk It” e la conclusiva “All Apologies”, si compie un grandioso viaggio nella mente di Kurt, all’interno del disagio conclamato di uno dei frontman più famosi di sempre, che lascerà questa terra nemmeno un anno dopo la release di quest’ultimo cd…
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