Suscitò scalpore l’esordio di Norah Jones, raffinata cantante, autrice e pianista statunitense nonché figlia del celebre sitarista indiano Ravi Shankar. Intanto, “Come Away With Me” venne pubblicato dalla Blue Note, storica etichetta jazz (basti dire che per i suoi tipi incise John Coltrane); in secondo luogo, l’album fu uno dei più venduti della decade: ad oggi si contano 28 milioni di copie distribuite in tutto il mondo, e negli USA ha raggiunto il Disco di Diamante. Sicuramente, non si trattava di cifre a cui la label della “nota blu” era abituata. Il segreto, però, stava proprio nel tipo di musica contenuto: un pop/jazz lievissimo e suadente, guidato dagli scintillanti tocchi di piano e dalla voce confidenziale della Jones. Un suono certo diverso dal tipico “sapore alla plastica” che ormai dilagava in radio, Tv e web d’inizio Millennio, eppure perfettamente vendibile alle più disparate tipologie d’ascoltatori, dotato di un feeling non molto dissimile da quello dei maggiori successi di Billy Joel di fine anni Settanta. I lievi accenni country, blues e soul, nascosti fra le pieghe di hit mondiali quali “Feelin’ The Same Way”, “Cold Cold Heart”, “Don’t Know Why” e “Turn Me On”, hanno reso “Come Away With Me” il perfetto cd di soft music per momenti romantici.
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