Un gruppo a lenta maturazione, i texani Okkervil River di Will Sheff. Al contrario di molti colleghi del giro indie rock di quegli anni, non abbagliano immediatamente con il debut album. Anzi, ne passano un paio prima che trovino la definitiva ragion d’essere con il qui presente “Black Sheep Boy“. Che fonde country alternativo e folk rock in modo romantico eppure nient’affatto smielato, dal piglio minimalista ma ricco di sfumature e timbri differenti (ben 14 i musicisti che collaborano al disco, ancor di più gli strumenti utilizzati), in grado di vagare nella malinconia più soffusa come di arrampicarsi in crescendo epici, tenero e al tempo stesso deciso e vibrante di fierezza. In breve, un tassello decisivo dell’indie folk degli anni Zero.
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