La pietra angolare della discografia del geniale sassofonista rimane quel “Free Jazz” del 1961 che darà il nome ad un’intera corrente. Ma questa suite, suddivisa in quattro parti e realizzata con l’ausilio di un’orchestra sinfonica per la colonna sonora di un film di Conrad Rooks, dimostra quanto fosse avanzata la concezione della musica di Coleman, e quanto abbia contribuito a tutta la sperimentazione del Novecento.
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