Migliorarsi non è mai facile. Due anni dopo però gli Overkill riescono a farlo con “Horrorscope”, quanto meno da un punto di vista commerciale rispetto a “The Years Of Decay”. L’abbandono del chitarrista Gustafson viene ben assorbito grazie all’innesto del duo Cannavino/Gant, abilissimi nell’interpretare le composizioni di DD Verni e Bobby Blitz, dotate di riff micidiali come su “Blood Money”, “Thanx for Nothin’” e “Bare Bones”. “Coma” e “Infectious” sono i brani più immediati e diffusi a livello di airplay all’epoca, mentre la title – track è il classico pezzo Overkill con palesi influenze doom. Con “Horrorscope” si chiude, insieme con l’abbandono del batterista Sid Falck, l’era più luminosa per la band del New Jersey. Rimanendo gruppo di culto a livello underground, l’ispirazione calerà inesorabilmente (con pochi guizzi degni di nota escludendo forse un paio di release successive) fino a una inaspettata e gloriosa rinascita avvenuta nel nuovo millennio.
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