Pantera – Far Beyond Driven

La trilogia iniziata con “Cowboys From Hell” e “Vulgar Display Of Power“, giunge con “Far Beyond Driven” al proprio punto più estremo, violento, incazzato e ferale. I Pantera sono oramai delle superstar mondiali e anziché instradarsi in territori più orecchiabili ed easy listening, aumentano ulteriormente la furia esecutiva. L’opener “Strength Beyond Strength” dice tutto: ritmo indiavolato, rallentamento centrale da orgasmo e ripartenza furibonda, con un Phil Anselmo incontrollabile e i fratelli Abbott (Vinnie Paul alla batteria e il compianto Dimebag Darrell alla chitarra) che dimostrano ancora una volta di essere tra i migliori esecutori di musica dura dei nineties. Gli inni del lavoro si chiamano “5 Minutes Alone” e “I’m Broken”, entrambe dotate di un groove disumano, ma il meglio è contenuto nell’indemoniata “Use My Third Arm” e nella malatissima “Slaughtered”, che anticipa di molto i riff stoppati e le partiture che daranno linfa infinita al metalcore che verrà. “Good Friends And a Bottle of Pill” è un delirante incedere che dà l’idea (leggetevi il testo) dello stato mentale precario in cui si trovava il frontman Anselmo in quel periodo. Una release apocalittica e indispensabile, che debuttò non per caso al primo posto su Billboard, caso più unico che raro per un disco tanto pestato, in un’era in cui “Enter Sandman” era oramai diventato un brano per poppanti…

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