Anche il pubblico inizia a notare l’Avvocato di Asti, non solo come autore per altri, ma anche per le sue qualità di musicista sui generis e cantore di se stesso. E come non potrebbe! Quando si scrivono album della caratura di “Paris milonga“, il plauso deve per forza arrivare. In questo quarto album il consueto suono nostalgico e d’antan di Conte si lega più saldamente al jazz, allo swing e a suggestioni sudamericane (la milonga è una danza argentina). E allora scaturiscono composizioni che in quanto a fascinazione onirica trovano pochi eguali, su tutte le felpate “Alle prese con una verde milonga” e “Blue Haways”, la più ritmata “Boogie” e l’immortale melodia swingata di “Via con me”, interpretata persino da Benigni un paio di anni più tardi. Musica che risulterebbe fuori dal tempo in qualsiasi tempo, per questo sempre attuale e sublime come il primo giorno.
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