I Parliament sono uno dei due collettivi guidati da George Clinton, l’altro essendo i Funkadelic. Clinton è figura centrale per la black music; partendo dal funk di James Brown, il musicista di Kannapolis, North Carolina, evolve quello stile in una fantasmagorica bizzarria ‘freakadelica‘, in cui rock e psichedelia dissestano una materia sonora che perde ogni sua caratteristica canonica; si ascoltino, come esempio, le lunghissime digressioni acide presenti in un disco come “Maggot Brain”, uscito nel 1971 sotto il nome dei Funkadelic. Ma, se con quest’ultima incarnazione Clinton deve ancora comporre il proprio capolavoro, al contrario i Parliament raggiungono il massimo della loro creatività proprio con il concept – album fantascientifico/parodistico “The Clones Of Dr. Funkenstein“. Aiutato da musicisti dell’estro di Maceo Parker (sassofono), Fred Wesley (trombone) e Bootsy Collins (basso elettrico), tutti reduci da collaborazioni più o meno lunghe con Brown stesso, George allestisce carambole musicali che filtrano funk futurista tramite una sezione fiati dal groove irresistibile, una ritmica dal passo ipnotico/allucinogeno e tanta ironia, come dimostrano le strambe vocine piazzate in brani clamorosi quali “Dr. Funkenstein” e “Do That Stuff”. “The Clones…” è, comunque, solo una delle tante tappe che porteranno le due entità Parliament/Funkadelic a far da ponte fra la funky music dei Settanta e il rap degli Ottanta.
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