Il progetto “Graceland” nasce nel 1984 quando, in piena crisi artistica ed esistenziale, Paul Simon ascolta una cassetta piuttosto peculiare, intitolata “Gumboots: Accordion Jive Hits, Volume II”. Si tratta di una vera e propria rivelazione, e appena l’ex partner artistico di Art Garfunkel scopre che ha a che fare con musica tradizionale sudafricana, decide di impegnarsi nella stesura di un disco in grado di mediare fra rock e mbaqanga, pop e isicathamiya, insomma fra la musica occidentale nata dagli afroamericani e quelle che sono, alla resa dei conti, le sue primissime origini. Quello che stupisce di “Graceland” è il perfetto equilibrio fra le due componenti, senza che nessuna prevalga o ponga l’altra in condizione di minorità. Intervengono Adrian Belew, Youssou N’Dour, Linda Ronstadt, i Los Lobos e gli Everly Brothers più altre decine di musicisti, per un risultato di livello eccelso. Ancora oggi “Graceland”, al di sopra del suo successo commerciale, è soprattutto uno dei più grandi album di world music di sempre.
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