Il secondo è anche il miglior album dei Perigeo, la progressive band italiana degli anni Settanta più incline alla fusione con il jazz. In “Abbiamo tutti un blues da piangere” aleggia un’atmosfera a tratti malinconica ma sempre molto elegante, che non è poi molto distante da quella che si respira in alcuni dischi dei Soft Machine. I Perigeo, però, aggiungono un tocco mediterraneo che non guasta. Ottimo l’interplay fra il sassofono di Claudio Fasoli e la chitarra di Anthony Sidney. È un disco importante, questo, forse la testimonianza più significativa della possibilità di suonare fusion anche in Italia e ottenere ottimi riscontri di critica e pubblico.
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