I Pink Floyd pubblicano “A Sacerful Of Secrets“: il successore dell’immenso “The Piper At The Gates Of Dawn” paga dazio nei confronti di quest’ultimo. Anche perché non c’è più Syd Barret, ormai irrimediabilmente “Crazy Diamond” e perso per questo nostro mondo (firma solo la buffa “Jugband Blues”). Mancano del tutto le ballate stranianti del Syd, rimpiazzate da un suono sempre più liquidamente psichedelico, cosmico, a tratti ieratico, quasi mistico. Un ottimo album comunque, ma nei successivi 24 mesi i Pink Floyd capiranno che per sopravvivere dovranno rinnovare il proprio stile. Mai scelta fu più azzeccata.
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