Il secondo disco di PJ prende le mosse dal precedente “Dry“, del quale ricalca le atmosfere nervose e taglienti, intrise di spietata autoanalisi e rese ancor più spigolose dalla produzione di Steve Albini. La cantante si diletta anche a suonare chitarra, organo, violino e violoncello, dimostrando così una poliedricità estrema. Fra i 14 brani del cd spiccano soprattutto la sofferta title – track, gli scossoni della perfidamente violenta “50ft Queenie” e i numeri a metà strada fra Tom Waits e Patti Smith di “Ecstasy” e “Hook”. Menzione d’onore per la rilettura di “Highway 61 Revisited” di Bob Dylan, qua resa con piglio febbricitante e suoni acidissimi. La Harvey è diventata definitivamente ‘grande’, e la sua carriera continua ancora oggi ai massimi livelli, anche se le vette di “Rid Of Me” non verranno mai più raggiunte.
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