Titolo e concept traggono ispirazione dall’omonimo saggio del 1967 scritto dal filoso Arthur Koestler. “Ghost In The Machine”, il quarto lavoro in studio per la band, viene registrato negli studi di Montserrat e presentato al pubblico attraverso i suoi tre singoli “Every Little Thing She Does Is Magic”, “Invisible Sun” e “Spirits in The Material World”. Brani da cui già s’intuisce la rivoluzione strumentale avviata dalla band. Il ventaglio offerto è decisamente più ampio rispetto ai lavori precedenti, ricorrendo all’uso di tastiere, sintetizzatori e sax (quest’ultimo suonato dallo stesso Sting). Un disco che s’inserisce perfettamente nelle dinamiche musicali e umane del decennio in corso, sia nella scelta del sound sia nello sviluppo di contenuti. Ottima la risposta da parte del mercato e della critica.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)