Anche i ‘rivali’ dei Beatles stanno crescendo e “Aftermath” è il loro primo album concepito non come mera collezione di singoli. Non ci sono più cover, tutti i brani sono scritti da Jagger e Richards, mentre Brian Jones usa per la prima volta il sitar. Sono già presenti alcuni classici dei londinesi, come “Lady Jane”, “Under My Thumb” e “Paint It Black” (ma quest’ultima solo nell’edizione americana). Soprattutto ci sono gli oltre undici minuti ipnotici di “Goin’ Home”, scanditi dall’accompagnamento ossessivo dell’armonica. L’opera della svolta per gli Stones, che però raggiungeranno i loro vertici assoluti a cavallo fra Sessanta e Settanta.
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