The Rolling Stones – Sticky Fingers

Dopo due dischi del calibro di “Beggars Banquet” (1968) e “Let It Bleed” (1969), gli Stones si prendono un anno di pausa ma ritornano con un altro capolavoro. “Sticky Fingers” è fra i più quintessenziali album rock mai pubblicati. Lo è a partire da “Brown Sugar”, il cui riff è fra i più tipici e memorabili nell’intera carriera della band. Ma tutto il long playing si assesta su livelli d’eccellenza, racchiudendo lo spirito dei Rolling Stones come pochissimi altri. C’è la sublime sguaiatezza R&R di “Bitch” e “Can’t You Hear Me Knocking”, il tralignamento della già citata “Brown Sugar”, la dolcezza di due grandi ballad quali “Wild Horses” e “Moonlight Mile”, il blues di “I Got The Blues” e “You Gotta Move” (cover del reverendo Gary Davis), la confessione di “Sister Morphine”, scritta assieme a Marianne Faithfull. E “Sway” si conclude con quello che è forse il miglior assolo di Mick Taylor realizzato per Jagger e soci, sicuramente il più drammatico. Fondamentale per l’economia del disco gli interventi al sassofono di Bobby Keys.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *