Ultimo album dei Roxy Music a poter contare sull’apporto di Brian Eno a synth e manipolazioni varie del suono, “For Your Pleasure” è anche l’ultima opera genuinamente sperimentale della band britannica. Rispetto all’esordio la centrifuga sonora di stili e ambientazioni si è leggermente placata, anche se nell’opener “Do The Strand” il sax di Mackay guizza esagitato trasformando, con l’entrata degli altri strumenti, la melodia noir di Bryan Ferry in un nuovo baccanale art – rock di inaudite proporzioni. Anche gli oltre nove minuti di “The Bogus Man” lasciano inquieti e piacevolmente ipnotizzati per la cura con cui i musicisti esasperano il glam – rock in una girandola futurista di pulsioni sotterranee, in cui fondamentali sono le trovate al sintetizzatore di Eno. Ci sono però momenti in cui la tensione cala, ed è lì che Ferry inizia a mettere a fuoco il suo stile da dandy decadente: sono ballad ancora fratturate dall’avanguardia (“Beauty Queen”), oppure cupissimi incubi alienati (“In Every Dream Home A Heartache”), o ancora melodismi kitsch che si tramutano in qualcos’altro (“Grey Lagoons”). E c’è tempo anche per un rock ‘n’ roll nervoso e scattante come “Editions Of You”. Si tratta probabilmente del disco più significativo per i Roxy Music, sospeso fra il dirompente assalto dell’esordio e il nuovo corso che, privo di Eno, lascia il complesso nelle mani di Ferry, che lo condurrà verso lidi sempre splendidi ma più rassicuranti. Non cesserà, però, l’influenza che i Nostri avranno sul rock e sul pop dei decenni a venire: chiedere ai Duran Duran per delucidazioni.
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