Roy Harper – Stormcock

La decostruzione operata sul blues da Captain Beefheart trova un corrispettivo nella rilettura free realizzata da Roy Harper nei confronti del folk. Certo, il musicista britannico è stato meno radicale e visionario di Van Vliet, tuttavia il modo di rendere psichedelica e progressiva la musica tradizionale attuato da Harper era parimenti geniale. Troppo in anticipo sui tempi per esser compreso dal grande pubblico, mentre oggi i suoi dischi sono un punto fermo per gli artisti orbitanti nella galassia indie/freak folk. C’è chi però ai tempi ne aveva già colto la grandezza: i Led Zeppelin, che l’omaggiarono con la loro “Hats Off To (Roy) Harper”. Infatti in “Stormcock” c’è Jimmy Page alla chitarra (accreditato come S. Flavius Mercurius), ad aiutare Roy nell’intagliare quattro lunghe minisuite – difficile parlare di canzoni – di psych folk progressivo, libero di volteggiare a ruota libera e di specchiarsi nel country e nel blues. Una meraviglia.

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