Esce a nome della band, ma in realtà “Supernatural” è un disco solista di Carlos Santana con enorme contorno di ospiti piuttosto che un lavoro di gruppo. Quasi ognuna delle 13 tracce riceve spinta e linfa musicale da qualche featuring, e si tratta quasi sempre di nomi di grande caratura artistica. Sono presenti esponenti della tradizione blues rock, sia epigoni (Dave Matthews) sia maestri (Eric Clapton), ma pure forze provenienti dal mondo hip hop (Lauryn Hill e Cee Lo Green). Una compresenza di antico e moderno che il chitarrista è bravo ad amalgamare, utilizzando come collante il suo tocco latino alla sei corde e le usuali digressioni nella musica sudamericana (“Corazón Espinado”). La produzione, emendata da qualsiasi asperità e in perfetta corrispondenza con quelle più patinate di fine Millennio, dà una grossa mano al successo colossale dell’ellepì: 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo, 15 volte platino negli States. “Supernatural” non è questo grande capolavoro, e i vertici toccati dai Santana a cavallo fra Sessanta e Settanta rimangono lontani. Ma rispetto alle precedenti e deludentissime fatiche (“Milagro“, “Spirits Dancing In The Flesh“…), si tratta di una clamorosa riscossa per Carlos. Premiata non solo dalle vendite, ma anche con 9 Grammy Awards.
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