Partendo dal loro power pop funk e disco in pieno revival Bee Gees, gli Scissor viaggiano con la macchina del tempo fino agli anni ’80, dando più spazio a drum machine e sintetizzatori. Un sound prevedibile, appunto, e stra-abusato in questi anni ma che è ancora in grado di suonare fresco se messo nelle mani giuste. E chi meglio di loro? Così come per i loro amici Goldfrapp, la produzione di Stuart Price (Madonna e The Killers, tra gli altri) è ai massimi livelli: pur con parecchi effetti sintetizzati, i suoni sono ricchi e corposi, con anche un ottimo lavoro di chitarre e strati di voci sempre in primo piano. I ritmi incalzano, le chitarre e il basso tessono trame funkettose, i falsetti si sprecano. Un disco forse orfano di un tormentone come “I Don’t Feel Like Dancing” ma una garanzia per i fans e un solido lavoro che ha le carte giuste per farli rimanere sulla cresta dell’onda.
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