“Arise” è il disco perfetto dei Sepultura. I due lavori successivi faranno guadagnare alla band una popolarità ancora più grande, ma questa release prodotta nella patria del death americano (Tampa, Florida) mostra un gruppo al massimo delle proprie capacità compositive ed esecutive. L’album è il manifesto più rappresentativo di quel thrash contaminato di death metal che i brasiliani importarono ovunque con fierezza e impatto clamorosi. “Arise” venderà oltre un milione di copie, grazie ai suoi riff stoppati, cambi di tempo (“Desperate Cry”) e una velocità spesso elevata (title – track e “Infected Voice”) ma talvolta perfetta nei primitivi breakdown che Igor Cavalera dietro le pelli regalava anche in mezzo a furiose esecuzioni (“Dead Embryonic Cells” ha un intermezzo centrale da antologia in questo senso). Le prime contaminazioni hardcore e industrial così come la crescente importanza delle percussioni latine (valga l’intro di “Altered State” come buon esempio) porteranno i Nostri all’evoluzione successiva (e decisiva) del loro sound oramai riconoscibile e affermato in molte parti del globo. Dal tour di supporto venne tratta una vhs leggendaria che presentava i Sepultura in concerto a Barcellona: “Under Siege Live In Barcelona 1991” rimarrà un documentario eccellente per mostrare cosa era stata capace di diventare la creatura dei fratelli Cavalera nel giro di un lustro: oramai il quartetto era accomunato ai famosissimi Slayer per violenza d’impatto e potenza sprigionata on stage, anzi i Seps erano già addirittura considerati alla pari (se non ben instradati sulla corsia di sorpasso) di Tom Araya e compagni…
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