Aveva già fatto rumore l’esordio di due anni prima di questa band di Los Angeles, che aveva messo in musica le chiare influenze di Venom e Mercyful Fate unite alla passione per la New Wave Of British Heavy Metal di Iron Maiden e Judas Priest. Tuttavia due anni dopo gli Slayer diventano gli Slayer a tutti gli effetti, abbassando la tonalità delle chitarre, velocizzando i tempi e aumentando a dismisura l’aura tenebrosa e pericolosa che emanavano le loro composizioni. L’intro di “Hell Awaits” mette le carte in tavola da subito, presentando una struttura ben definita e guidata da un crescendo inarrestabile. Le ferali “Kill Again” e “At Dawn They Sleep” confermano la vena satanica, estrema e violenta di cui si ammanta il lavoro, volutamente eccessivo e alla ricerca di qualcosa che vada oltre la malvagità apparente. L’obiettivo viene centrato in pieno e getta oltretutto le basi per i capolavori che seguiranno negli anni a venire questo seminale album.
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