Da molti considerato come l’album più estremo di sempre, “Reign In Blood” certifica definitivamente il posizionamento degli Slayer tra i grandi del thrash metal. Costruito su ritmiche velocissime, testi violenti, riff taglienti e assoli frastornanti alternati tra i chitarristi Hanneman e King, si apre con l’urlo raggelante del frontman Tom Araya su “Angel Of Death”, brano tra i più famosi nella discografia della band, ma anche fonte di polemiche infinite a causa delle tematiche trattate nello stesso e nel disco in complesso (olocausto e satanismo, giusto per citare i due più in vista e sotto la lente d’ingrandimento della PMRC all’epoca) e di una copertina piuttosto esplicita. In meno di mezz’ora si susseguono una serie di schegge impazzite (di chiara matrice hardcore punk) che estremizzano il concetto stesso di metal estremo e influenzeranno negli anni a venire una grande moltitudine di band thrash e death. La valenza della release non fu probabilmente colta immediatamente, anche a causa di alcuni problemi legati alla pubblicazione e alla distribuzione del lavoro. Tuttavia, a oltre venticinque anni di distanza è ben chiaro come “Reign In Blood” aprì la strada al terrorismo sonoro che avrebbe di lì a poco contaminato ulteriormente il filone della musica più dura con i sottogeneri grind, death e black.
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