Dopo un paio di album e un EP di più canonico stoner/doom metal, con “Jerusalem” gli Sleep pervengono alla quintessenza della musica ispirata da cannabis e derivati. Un unico, mesmerico brano di oltre 50 minuti suddiviso in sei tracce, le quali però non mostrano nessuna cesura. Il macroriff da cui parte la composizione s’inerpica torrido e visionario per tutto il disco, senza spegnersi mai. L’effetto allucinatorio è garantito, pure se non si è assunta nessuna sostanza. Bastano le ondate sonore che provocano amplificatori valvolari tarati al massimo, una chitarra visionaria e le scansioni al ralenti della sezione ritmica. Il canto sembra provenire da un profeta folle sperso in mezzo al deserto, il testo recita le parole: “Drop out of life with bong in hand/Follow the smoke toward the riff filled land…“. Non c’è che dire: i primi a non voler nascondere le primarie fonti d’ispirazione per “Jerusalem” erano gli Sleep stessi. L’LP, uscito come “official bootleg” (nel 2003 verrà pubblicato “Dopesmoker“, sorta di director’s cut dell’originale), apparve quando il trio era già sciolto. Dalla diaspora si origineranno Om e High On Fire.
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